giovedì 20 giugno 2013

Recensione: Requiem for the Indifferent - Epica

Dicembre 2012. Leggo su un sito di news "Epica: suonano live una nuova canzone". Mi prende un infarto (essendo un grandissimo fan della band) e ascolto subito la canzone. Brividi lungo la schiena. Passano dei mesi, e la tanto agognata release date arriva: 9 marzo 2012. Ordino subito l'album (in uno stupendo digipack) e dopo due settimane arriva. Mi chiudo nella "stanza degli ascolti" (il mio salone, con un grandissimo impianto stereo) e lo ascolto.

1. Karma (Prelude)
L'intro. Già da questa traccia, capisco che l'album non sarà maestoso come "design your Universe", ma più "intimo", e infatti avevo ragione.

2. Monopoly on Truth
La prima vera canzone. Un riff death, dei cori spettacolari, e una Simone Simons spettacolare, come sempre. Mark ha finalmente migliorato il suo growl!

3. Storm the Sorrow
Il singolo estratto dall'album. Canzone fantastica, ma che non rappresenta l'intero album. La più facile da ascoltare e da memorizzare.

4. Delirium
Prima e unica ballata dell'album. Strappalacrime, ma non supera la meravigliosa "Tides of Time" della precedente fatica. Peccato per Simone che stona una nota bassa.

5. Internal Warfare
La prova che gli Epica hanno abbandonato Gothic e Power, e adesso sono un gruppo Progressive Death. Una delle più veloci e violente dell'album, con l'unico solo di tastiera (in un duetto con la chitarra) dell'intera discografia.

6. Requiem for the Indifferent
La Tracklist, come sempre, è una delle più lunghe del disco, e ovviamente una delle più belle; un inizio arabeggiante, che getta le basi per una delle canzoni più difficili della compagine olandese. Geniale il ritornello cantato da cori femminili che duettano con quelli maschili.

7. Anima (Interlude)
Pezzo strumentale (solo pianoforte) che divide in 2 parti l'album, cosa ormai di casa negli Epica.

8. Guilty Demeanor
Il pezzo più cupo del gruppo. Sembra quasi Doom. Interamente cantata da Simone, a parte un piccolissimo verso "growlato" da Mark. Fantastica

9. Deep Water Horizon
Prima semi-ballata del disco. 6:33 minuti di puro cinema, proprio così: questa canzone sembra scritta proprio per un film.

10. Stay the Course
Seconda canzone estrema dell'album, che conferma quanto detto per la traccia n° 5. Divertente il duetto fra i 2 cantanti, con Mark che irrompe con un suo growl furioso su una Simone zuccherosa.

11. Avalanche
Ultima semi-ballata dell'album, non chè penultima traccia dell'album. Intro atmosferico e 6:52 minuti di Epica.

12. Serenade of Self-Destruction
L'ultima traccia. La migliore. La più bella. La più poetica. La canzone che non vi farà pentire dei soldi spesi (o dei mega, dipende...). Un ritornello che ricorda tantissimo i Dream Theater di Awake, e canzone che io definisco come i titoli di coda dell'album, perchè contenente tutto quello ascoltato durante l'album. Insomma, un'ottima conclusione.

il disco è complicato, da ascoltare più di 3 volte, perchè sicuramente la prima vi lascerà "indifferenti", la seconda volta comincerà a dirvi qualcosa, ma dalla terza in poi ve ne innamorerete.
Il disco più intimo degli Orange, prova che sono cresciuti in quanto a songwriting. Per i fan degli Epica, ovviamente, e per chi cerca qualcosa da ascoltare da fermi. Non è per fare baldoria

P.S. il voto è quello perchè secondo il sottoscritto la band non ha ancora dato il meglio di sè, quindi il 10 sarà per quando arriverà quel disco.

Line-up: Simone Simons - voce
             Mark Jansen - chitarre, growl, scream
             Isaac Delahaye - chitarre
             Yves Huts - basso
             Coen Janssen - tastiere
             Arjen Van Weesenbeek - batteria, growl

VOTO: 9.5 

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