martedì 10 settembre 2013

Recensione: 13 - Black Sabbath

In quanti aspettavano questo album? Tanti, come immagino. I Black Sabbath, gli inventori dell'heavy music, tornano con "13", e con il Prince of Darkness dietro il microfono, che come al solito rende il tutto doomeggiante. Questo disco, alla sua release, divise letteralmente la critica in 2: chi lo elogiava, e chi lo buttava giù. Io sono con i primi; insomma, sono i Sabbath! Senza loro oggi non avremmo Metallica, Pantera, e tante altre band! Un po' di rispetto! Tornando a noi, l'album è molto vecchio stile sabbathiano, è doom e non epico come il periodo Dio (R.I.P,); Iommi è sempre un grande alla sua SG, con dei riff che riescono ancora a essere distortissimi. Complimenti al nuovo entrato, il batterista Brad Wilk, dietro le pelli nei Rage against the machine. E ovviemnte, il miglior lavoro lo svolge il bassista Geezer Butler, un ritmo incredibile, sembra quasi un metronomo! Quindi, alla fine, l'album è proprio come me lo aspettavo: Black Sabbath 100%. Solo una cosa rovina il tutto: Zeitgeist è un copia e incolla della favolosa "Planet Caravan" dell'indimenticabile "paranoid". Peccato. Chiudo questa recensione con un pensiero: "IS this the beginning of the end?"

Line-up
Ozzy Osbourne - voce
Tony Iommi - chitarra
Geezer Butler - basso
Guest: Brad Wilk - batteria

VOTO: 8,5

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