lunedì 6 gennaio 2014

Recensione - L'evocazione: The Conjuring

Ammettiamolo: horror così non se ne vedono da tempo. Horror con l'h maiuscola, di quelli che ti fanno saltare dalla sedia, e che ti stringono il petto per l'ansia. 
James Wan non è nuovo sul campo: creatore di Saw e Insidious, 2 dei migliori horror dal 2000 in su. E lo si evince dalla pellicola. La trama non è "nuova"; esorcismo, case infestate, bambole animate. Ma, un buon regista si vede anche da questo. Anche con una trama banale, (senza colpi di scena, insomma) riesce a far incollare lo sguardo sullo schermo. 
Girato per un buon 90% con telecamera a mano, The Conjuring racconta una storia realmente avvenuta.
La famiglia Perron si trasferisce in una nuova casa, ma durante le notti successive al trasferimento, accadono cose strane: porte che si aprono, quadri che cadono, battiti di mani. Ma non si ferma qui l'infestazione: una delle 5 bambine viene tirata dai piedi durante il sonno, sua sorella, affetta da sonnambulismo, urta continuamente la testa contro l'armadio della stanza di un'altra sorella. La madre delle bambine decide di chiamare una coppia di "acchiappafantasmi": Lorraine ed Ed Warren, una sensitiva, e l'altro investigatore del paranormale. Decidono di controllare la casa, e da qui il film si trasforma in un vero e proprio inferno. Non vado oltre, altrimenti vi toglierei la sorpresa.
Wan raccoglie tutti i clichè del cinema horror e li mostra in L'evocazione, facendo un lavoro eccellente, rendendolo personale e terribilmente spaventoso. Astenersi deboli di cuore.

VOTO: 9